SAN FRANCESCO D'ASSISI Vago di Lavagno
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SEMINA UN PENSIERO
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SEMINA UN PENSIERO


"spulciando qua e là."

 



Semina un pensiero, raccoglierai un'azione.

Semina un'azione, raccoglierai un'abitudine.

Semina un'abitudine, raccoglierai un carattere.

Semina un carattere, raccoglierai un destino.

Condivido tutto, tutti i termini di questa filastrocca, ma ve la presento così come mi è stata consegnata. Che significa "semina un pensiero, raccoglierai un'azione"? come nasce un'azione? Nasce da un pensiero. Nulla accade con le mani nella gestualità che prima non sia stato un pensiero, in bene e in male. Se io penso una cosa, finisco col farla. Ecco, questo è il motivo per cui bisogna fare attenzione anche ai pensieri, perché un pensiero, se pensato a lungo, è un'azione. Semina un pensiero, raccoglierai un'azione: significa che quello che facciamo è il frutto di quello che pensiamo, anche di quello che vediamo, beninteso, perché noi pensiamo anche le cose che vediamo, che leggiamo, ammesso che voi leggiate qualche libro di tanto in tanto, potrebbe essere un bel tempo per leggere un libro.

Semina un'azione, raccoglierai un'abitudine. Cos'è un'abitudine? È un'azione fatta più volte, che faccio una prima volta con sforzo, poi una seconda volta. Voi state seduti qui, state scomodi, ma se siete scout starete comodissimi, perché? Perché gli Scout normalmente fanno le loro escursioni, le loro uscite, e siedono per terra, e a furia di sedersi per terra trovano una sistemazione comoda per cui stanno per terra anche per ore. Significa che quando faccio un'azione la prima volta mi pesa, la seconda anche, la terza volta mi pesa un po' meno, la quarta volta ancor meno, poi diventa un'abitudine.

Abitudine viene da habitus, diventa un abito. L'abito tu lo indossi la mattina e dici: metto la maglietta verde o quella fucsia? ma poi te la dimentichi, ce l'hai addosso, è un'abitudine, è un habitus. È importante, sapete, per voi, per noi tutti, non solo per voi giovani, avere delle abitudini, possibilmente buone. Abbiamo delle abitudini, cioè qualcosa che facciamo di continuo, che facciamo quasi automaticamente. Se la preghiera diventa un'abitudine, mi sveglio la mattina: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Ti ringrazio, Signore, per questa giornata. Voi dite: ma è un'abitudine! Voi lo sapete che il mondo va avanti per le buone abitudini? E che sta crollando per le cattive abitudini? Dal pensiero si va all'azione, dall'azione reiterata, continuata, si passa all'abitudine. Se - dice la filastrocca  -  tu semini le abitudini, raccoglierai il carattere. Il carattere è più di un'abitudine, perché diventa strutturale della persona. Possono esserci due giovani che hanno la stessa abitudine, ma è diventata carattere per chi la fa sua da più tempo, per chi vi si è impegnato di più. Attenti quando dite: "È il mio carattere!", quasi a giustificare chi esplode facilmente, perché il carattere si forma. Sì - diranno gli studenti di psicologia - sono delle cose strutturali, ma il carattere si può modellare. E come si modella? Attraverso le abitudini. Allora, vedete, questa è una ricetta per una dieta di vita. Immagino che quest'estate farò una dieta, farò cinque chilometri al giorno, cinquanta flessioni al mattino. Una dieta, adesso ve la sto proponendo io che sono il vostro vescovo, ma ve la potrebbe proporre anche un ateo, è chiaro, perché riguarda la vita, perché, cari miei, voi dovreste chiederci, vescovo, parroco, insegnante, preside: insegnaci a vivere, perché dobbiamo imparare a vivere, perché non sappiamo vivere, tant'è che facciamo scelte sbagliate, non sappiamo tenere una relazione.

L'arte di vivere è dentro il tempo, che è il tema che ci tiene insieme. Allora dal pensiero all'azione. Dall'azione all'abitudine. Dall'abitudine al carattere. E l'ultimo passaggio: semina un carattere raccoglierai un destino. Che cosa voglio dire qui con  "destino"? Voglio dire: Guarda, Maria Teresa è diventata una bravissima pianista. Cos'è un destino? Quante scale ha fatto Maria Teresa? Non quelle, di cui parla Dante, che costano, che rendono il pane degli altri salato, non l'altrui scale, ma quelle musicali. Quanti esercizi ha fatto? Molti di voi hanno cominciato e si sono fermati, altri anche alla chitarra, perché? Era destinata Mariateresa? No, perché dal pensiero all'azione, dall'azione all'abitudine, dall'abitudine al carattere e dal carattere al destino. Destino significa che poi una persona diventa brava, bella, grande, un genio. Come si fa? "Una pietra dopo l'altra in alto arriverai". Si fa così, non perdendo le estati, non perdendo le staffe, non perdendo le occasioni, si fa mettendo un pensiero dopo l'altro, un'azione dopo l'altra e creando abitudini, caratteri e dunque aprendo destini, cioè occasioni grandi di realizzazione, diventando belle persone. Questo, spero, possa essere un obiettivo educativo per le famiglie, per le parrocchie, per l'AC che, a fine di questo incontro, vi inviterà alla festa, per le associazioni, per la diocesi: diventare delle persone. Ma questo costa!

Qui mi fermo un attimo, ciascuno di voi, guardando questa filastrocca, è - ripeto - un programma di vita, si chieda: ma io in quali di questi passaggi mi sono incagliato, perché non va bene la mia vita, perché sono scontento, perché non riesco a realizzare nulla, perché mi sento un fallito? Non faccio attenzione ai pensieri? Non colleziono azioni buone che poi divengano abitudini? Che poi divengano base di un carattere, prospettive di una realizzazione che qui è chiamata destino? Ciascuno di noi se lo chieda e ciascuno faccia la sua radiografia interiore.

da - Preghiera Giovani - 21 giugno 2013 - Cortile del Seminario di Teano



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